Ecografia anse intestinali, a cosa serve?
Oggi l’ecografia riveste sempre più spesso ruoli che fino a poco tempo fa non erano nemmeno immaginabili, tuttavia è necessario puntualizzare sul perché e quando si possono eseguire determinati esami oggi molto di moda. Uno dei casi più discussi è l’ecografia delle anse intestinali. A cosa serve?
Quando si può fare? Chi la può eseguire?
Cominciamo col dire che NON è un esame indicato per la ricerca di neoplasie del tratto digerente (stomaco, colon, intestino tenue, sigma), il motivo sta nel fatto che gli ultrasuoni (onde utilizzate in ecografia) vengono bloccati e rimbalzati dall’aria, pertanto ove c’è aria non c’è segnale ecografico. L’intestino, come lo stomaco, contengono aria, pertanto l’indagine dell’organo risulta come un puzzle a cui mancano buona parte dei pezzi.
Diciamo però che se fino a qualche anno fa veniva prescritto principalmente dai colleghi gastroenterologi per avvalorare un’ipotesi di malattia cronica intestinale (Morbo di Crohn e Colite ulcerosa, entrambi ben riconoscibili sia in fase acuta che sub acuta con l’ecografia), oggi tale metodica può essere d’aiuto anche in altri ambiti più generici. Questo perché le macchine ecografiche sono sempre più potenti e le sonde sempre più specifiche, non aspettiamoci miracoli però da ecografi non di ultima generazione e da sonde non dedicate, l’esame andrebbe sempre eseguito in centri qualificati.
Detto questo, con un buon ecografo, ed un operato esperto (con almeno dieci anni di esperienza) possiamo ottenere preziose informazioni, possiamo oggi escludere una diverticolite, una ileite da causa aspecifica o un semplice colon irritabile qualora l’esame fosse del tutto negativo.
Ancora più efficace è la metodica in ambito emergenza/ urgenza per escludere un’appendicite acuta o una diverticolite acuta per esempio; nelle condizioni acute infatti le pareti dell’intestino possono ispessirsi e può comparire liquido attorno al viscere, fattori questi che migliorano la visualizzazione dell’organo stesso.
E’ richiesta una preparazione?
Per meglio studiare le anse intestinali è consigliato un digiuno da cibi solidi da almeno sei ore il giorno dell’esame e l’assunzione di ½ litro di acqua circa due ore prima dell’esame. Può essere di aiuto una dieta leggera i due giorni precedenti l’esame (senza verdure a foglia larga).
Non è necessario sospendere alcuna terapia.
Chi può sottoporsi all’esame?
Chiunque può sottoporsi all’esame, tuttavia occorre una puntualizzazione, poiché per lo studio dell’intestino si utilizzano sonde che studiano gli organi superficiali, un adipe addominale importante rende difficoltoso lo studio dell’intestino stesso che è mascherato oltre che dall’aria dallo spessore dell’addome.
Cosa si deve portare all’esame?
Tutti gli esami precedenti riguardanti l’addome (TC, ecografie, RMN, colonscopia o esofagogastroduodenoscopia…), eventuali visite specialistiche (visita gastroenterologica, visita internistica…).
Come si svolge l’esame?
Il paziente deve sdraiarsi supino sul lettino, si utilizzano sonde dedicate ad alta frequenza, viene applicato un gel tra la sonda e la cute del paziente per eliminare il sottile strato d’aria che disturberebbe la propagazione delle onde ultrasonore, si esercita una lieve pressione della sonda sull’addome generalmente molto ben tollerata dal paziente.
Quanto dura l’esame?
Circa 15-20 minuti.