Ecografia della spalla: Lesioni della cuffia dei rotatori
Quando serve farla, cosa è in grado di vedere? Perché fare l’ecografia alla spalla e non la risonanza magnetica?
Qualsiasi dolore alla spalla può essere l’indicazione all’esame.
L’ecografia studia bene i tessuti attorno alle ossa (muscoli, tendini, borse, legamenti), è inoltre in grado di valuta bene il margine esterno delle ossa (all’interno delle ossa il segnale ecografico è completamente assente, pertanto tutto quello che concerne una patologia interna all’osso sarà indagabile con una radiografia).
L’ecografia è meno specifica se vogliamo valutare i rapporti tra le ossa, ad esempio in caso di lussazione della spalla è indispensabile una radiografia.
L’ecografia è un esame di primo livello: facilmente reperibile, a relativamente basso costo, non invasivo.
Rispetto alla risonanza abbiamo tre grandi vantaggi: primo, l’ecografia è un esame dinamico, significa che l’operatore muove l’arto mentre esegue l’esame (per lo meno bisognerebbe sempre farlo, se non si esegue l’esame in dinamica si vedono molte meno cose), secondo possiamo confrontarlo con la spalla controlaterale durante l’esame; infine, l’ecografia è un esame ripetibile e questo è un grande vantaggio se si prevede di rifare un controllo dopo opportuna terapia.
Sulla definizione e la finezza di immagine la risonanza ha sicuramente dei vantaggi, tuttavia, anche in questo caso mi sento di dire una cosa importante: maggiore è l’esperienza dell’operatore, maggiori e meglio saranno le cose che riuscirà a vedere.
Se parliamo infatti delle lesioni della cuffia dei rotatori, è inutile dire che la risonanza è molto più fine, ma sicuramente se l’esperienza dell’operatore è tanta, e si ha a disposizione un ecografo di alto livello, possiamo riuscire a distinguere per esempio lesioni di cuffia parziali da quelle complete, e nel caso delle parziali se stiamo parlando di una piccola lesione sul versante bursale (superficiale) o sul versante articolare (profonda), tutte informazioni che aiutano i colleghi.
Insomma, diciamo che grazie anche alle sonde ad alta definizione sempre più specifiche per le articolazioni, oggi non dobbiamo accontentarci di dire se in una spalla c’è la presenza di liquido (borsite-tendinite) o se ci sono o meno calcificazioni.
Vero è tuttavia che, se stiamo parlando dell’atleta giovane la mia sensibilità sarà nettamente più alta nel distinguere una lesione piuttosto che in una spalla logora nel paziente anziano in cui l’alterazione dell’anatomia dei capi articolari così come l’ispessimento e la fibrosi dei tessuti rende la definizione di minor qualità.
Nella pratica clinica non dimentichiamo che la tipologia di paziente a cui si segue un esame ecografico (e questo è vero non solo per la spalla ma in quasi tutti gli altri distretti) influisce notevolmente sull’esame stesso, se visitiamo per esempio un paziente obeso, non è trascurabile il notevole aumento di spessore del grasso cutaneo che in alcuni casi riduce moltissimo l’attendibilità diagnostica rendendo la qualità del mio esame pressoché scarsa.